Olimpiadi social, terremoti tempestivi e immigrati inopportunamente fertili

Le vacanze sono finite, tutti lì su Facebook a scrivere che peccato. La metà di loro si è spaccata i maroni perchè non aveva i soldi, gli amici, la gioventù interiore, le ferie, una chitarrina ed un falò, ma ha comunque paura di settembre. I Green Day ci dormono su, per dire. Di certo ad una categoria è andata di culo come mai nella vita: i giornalisti, quelli RAI in particolare. Le olimpiadi li hanno graziati dal passare il tempo ad avvisare gli anziani di bere tanto e stare in casa nelle ore più calde. Me le immagino, prima di studio aperto, le strade estive delle nostre belle città invase, rigorosamente tra mezzogiorno e le tre, da frotte di donne, vecchi e bambini disidratati.

E prima che si possa obiettare che non a tutti interessano le Olimpiadi (vedi me), chi ha parlato di sport? In Italia lo sport è il calcio. E dato che lui ce li ha i soldi, ha gli amici, è giovane, il calcio potete scommetterci che va in ferie. Senza chitarrine e falò, infatti a me fa cagare.

No, le olimpiadi che ci piacciono sono quelle social. La nuotatrice che manda a cagare i fan su twitter, l’allenatore della ginnasta che rischia di farsi friendzonare in mondovisione, la top ten dei culi delle beacher, il corridore che fa le corna al giornalista durante l’intervista. Chi minchia le ha viste le gare? Capiteli, i comunicatori. Devono sbarcare il lunario. E ci riescono bene, eh. Io stesso credo di aver aperto un paio di articoli di Vanity Fair. Finendo in un girone infernale tutto particolare in cui facebook continua a propormi stupidi articoli di costume.

Poi le olimpiadi sono finite. E mo’ che si fa per una settimana, finchè non arriva settembre e i camorristi ricominciano a spararsi? Li’ la magistrale doppia botta di culo: il terremoto.

E sul terremoto vabbè. I politici che ci sguazzano, un paio di indagati, la protezione civile più efficiente del mondo che rappezza i danni dello stato più assente del mondo, i giornalisti che ficcano il dito nella maceria, l’euro con l’sms, Rocco Hunt ci fa una canzone, l’opinionista vegano che da la colpa all’amatriciana, insomma la solita giostra. Il fatto che siamo abituati non deve preoccuparci, viviamo in un paese sismico di case abusive. Ogni quattro anni vanno giù. In Giappone le case le sanno fare ma la gente muore a mazzetti per suicidio, in California è più o meno come qua ma le spiagge sono più carucce.

Poi però salta fuori una novità. “Io per il terremoto l’euro non lo do”. L’articolo. L’opinione controcorrente. Adesso, la gente che si vanta di essere controcorrente prima o poi se la mangia l’orso grizzly che la attende all’inizio della cascata, ma una occhiata l’ho voluta dare lo stesso. E sono rimasto estasiato. Vi prego leggete.

“Scusate, ma io per il terremoto non do neanche un euro”

Se non avete voglia, questo il riassunto: un tizio, leader di qualcosa, dice che l’euro non lo esce, perchè già paga le tasse.

Paga le tasse e non è giusto che si faccia affidamento alla beneficenza. Non è giusto che i politici ci dicano di rimboccarci le maniche, se le rimbocchino loro. Nelle tasse che paga ci stanno già i soldi per la ricostruzione e per la sicurezza.

Ineccepibile.

Sempre se non avete letto l’articolo vi chiederete “ok, ma magari a lui non frega niente dei morti”. Ebbene no. E voi direte “ok, ma esisteva un modo che ci risparmiava diversi preziosi minuti da dedicare alla ricerca di pokemon: non uscire l’euro e tacere.”

Ebbene si, questo è il punto. Il dono del nostro amico per il terremoto è parlare. Lui dona la sua rabbia. Grazie, amico arrabbiato, ora l’italia è migliore. Oh, l’articolo è un capolavoro di retorica, eh. Il “tutti a casa” non è esplicitato nemmeno una volta, c’è una stoccata ai giornalisti, una ai social, c’è una bella capriola logica che tira in ballo Pasolini, e soprattutto il nostro amico riesce a dirci chiaramente che lui è uno che lavora.

Si evince un ombra di critica verso il nostro amico indignato? Si. Ciò contravviene al mio proposito di pormi le domande e lasciarle aperte? No, perchè  la domanda finale non è “il nostro amico ha per caso usato il terremoto per esporre la sua originalissima e per certo azzeccata teoria del TUTTI A CASA!!!11!! ?”, perchè è ovvio che il nostro amico si sveglia la mattina con questo sogno. Almeno cerca di convincere i suoi adepti che ci crede. Ora, fino a ieri era agosto, mi sembra ovvio che almeno tra mezzogiorno e le tre i politici fossero a casa a bere litri di acqua, ma se ci rimanessero anche a settembre, a fare politica chi ci va? Il nostro amico indignato? Tu? Marco Mengoni? Le Olimpiadi? Il cane che ha salvato la bambina? Salvini?

Sapete chi altri ha considerato il terremoto una botta di culo? Quelli che ne hanno approfittato per fare un bel repulisti e riempire un paio di aerei di poveri cristi e mandarli a morire lontano da qui, che in casa nostra facevano disordine, senza creare troppo trambusto.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/24/migranti-prima-espulsione-di-gruppo-48-presi-a-ventimiglia-e-rispediti-in-sudan-ma-khartoum-viola-diritti-umani/2993664/

C’era bisogno di farlo in sordina perchè non è carino deportare gente. E se a qualcuno sta stretto questo termine, deportare, senza dubbio sarà a disagio con la nuova campagna sulla fertilità

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Fertility-Day-22-settembre-polemica-social-network-cartoline-Ministero-della-salute-replica-3fea3c6d-984e-40df-8489-3f107afd2873.html

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E sapete perchè? Perchè sono due cose fasciste. Si, si, pure il comunismo, pure i gulag. Certo. Sono due cose che riguardano la convinzione che il posto in cui viviamo sia il migliore, sia nostro, sia da tenerci stretto.

Sapete chi lo pensa sempre? I paesi vecchi. Sapete chi salva i paesi vecchi dalla morte di vecchiaia? Gli immigrati. Loro non hanno bisogno di una campagna per fare figli.

E i 35€ al giorno che prendono? Ormai lo sappiamo tutti che non è vero, che ne beccano solo 2 e gli altri servono per mantenerli. Sapete una cosa? Non cambia nulla. Gli immigrati non spenderanno i loro 35€ per comprarsi la droga, ne spenderanno solo 2, ma noi comunque li spendiamo per mantenerli. Sbem. Nessuno la dice questa cosa. Anzi, qualcuno la accenna, ma poi specifica che è la comunità europea a pagare, non noi. Ma la comunità europea siamo noi. Con le nostre tasse. (Amico indignato, hai capito tutto. Ti prego, non dare un euro manco a me!)

Fuochino, amico lettore, ipocrita, fratello mio, fuochino. L’europa siamo noi. Il mondo siamo noi. Ci credi? Dai, se proprio vuoi che vadano tutti a casa, insieme a te ad indignarsi per quelli che restano fuori, lascia che si spendano questi 35€. Lascia che il tuo amico su facebook si pulisca la coscienza donando un euro ai terremotati. Resta a casa anche tu. Facci il favore.

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