Onanismo analogico, autocelebrazioni social e conseguenze elettorali

Ero lì che facevo il mio scroll compulsivo di facebook (Freud lo avrebbe di certo collegato alle seghe. Questa tecnologia ci sta allontanando dai valori onanisti di un tempo) quando mi sono imbattuto in una immagine tipo questa:

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Il mio cervello ha registrato questa immagine come “qualcuno che dice qualcosa sul 2016” e non gli ho dato peso. Quando faccio lo scroll compulsivo di facebook non mi interessano le persone, le cose e i duemilasedici. Quando faccio così penso sempre che sono il fesso che incrocia il paziente zero e lo bolla come un drogato, perdendo l’occasione di troncare sul nascere l’apocalisse zombie.

Perchè col senno di poi lo sapevo che era la nuova martellata sui coglioni social che avrei incontrato un post si e uno no in sostituzione della nonna di Renzi che mi fa sentire in colpa perchè non è cambiato nulla (ditelo che vi aveva quasi convinto. Il 40% di voi si era convinto. Il 40%. Due su cinque. Per ogni tre persone che dicono “MANDIAMOLO A CASAH11!!11” uno mente. Sono intorno a noi. Altro che apocalisse zombie. Il comunismo grillino è ben lungi dal realizzarsi. Resterà una felice utopia o un incoerente italicum).

Per dire che voglio bene alla gente. Può non sembrare. Può non fregare a nessuno, magari. Ma se uno è noioso magari lo evito quell’attimo, se sono tutti noiosi allo stesso modo magari mi sfugge qualcosa. E no, non ci sono ancora arrivato. Del video del 2016 proprio non mi frega nulla. Così ho provato a recuperare ispirazione per la comprensione dell’umanità social da altre fonti. Tipo l’altro video, che ha preceduto in coglioni martellati quello della nonna di Renzi:

E tutti lì a sdilinquirsi sul povero bambino che soffre (che poi è Moby, musicista miliardario, che probabilmente ha pensato a questo pezzo in un momento di lucida depressione dovuta ad una momentanea mancanza di droghe) almeno fino a che il dibattito sul chi votare nelle elezioni Renzi vs. Rest of the World. Pare che qualcuno alla fine abbia pure fatto notare che era un referendum, non le elezioni del presidente del consiglio. Che non abbiamo mai votato. Ma che ne sanno in America. (E comunque ha preso il 40%. Lui da solo, contro tutti gli altri. Ma a voi non fa sbroccare ‘sta cosa?)

Mi sono preso una briga. Perchè mi fa incazzare non capire mai una minchia e allora mi ci applico. E non capisco niente lo stesso. Ho poi scoperto che quando dichiaro ‘sta cosa piaccio alle studentesse di lettere fuori corso, quindi ho smesso di farlo per quello (ok, Giulia?), ed ho iniziato a studiare la cosa scientificamente.

Sul serio, studio sociologia e antropologia. Tipo che lo scroll compulsivo lo faccio mentre ascolto i rolling stones, quindi studio. Perchè sto preparando una tesi su certi cambiamenti di stile degli stones tra gli anni ’60 e gli anni ’70. Perchè sono anche musicista. (E le studentesse di lettere che si sdilinquiscono).

Comunque. Mi sono preso la briga di indagare sulle bacheche dei miei contatti. Ne ho presi venti, in ordine alfabetico. Campione rappresentativo. Come i video di youmedia. Quelli non sono esperimenti sociali. Sono candid camera. Fatevi più seghe e meno scroll compulsivi e capirete la differenza.

Ebbene, su venti contatti presi a caso, quindici hanno condiviso estratti dal video di Moby o il video completo dalla pagina ufficiale. (Ora perchè fai questo distinguo, direte voi. Perchè c’è un motivo. Tipo che le pagine che non citano le fonti o direttamente rielaborano a caso opere proprietarie lo fanno per acchiappare like e prendersi i meriti. Hanno comunque il merito di dire cose vere? No. Hanno il merito di dire cose toccanti? Se lo fossero sul serio, toccanti, magari si. Ma no.)

Vabbè andiamo avanti.

Di questi quindici, dieci hanno pubblicato la clip di facebook sul loro anno in breve.

Due su tre hanno condiviso entrambi i prodotti. (Ebbene si: sono prodotti. Sono fatti per far soldi. Pure il vostro anno in breve. Guardatevi questa clip. E diffondete pure questa, eh. Tutte cose che NESSUNO VI DICEEEH!!11!!)

Ora tiriamo le somme. Ma com’è che tutti sono preoccupatissimi per il piccolo Moby in astinenza da antidepressivi e poi però invece di andare a giocare con lui gli chiedono di guardare la clip del loro fantastico 2016? (Ok: tu no. Tu corri nei prati invece di stare su internet. Bravo. Probabilmente sei di quelli che stamattina ha spaccato i coglioni con le foto della nebbia. Solo tu, guarda. Comunque. Chiedi ad altre due persone se fanno lo stesso. Probabilmente ti diranno che pure loro. Ebbene uno di voi tre è un cretino. Ok, la statistica non è perfetta, magari tutti e tre salverete l’umanità. O siete tre cretini. Oppure avete molto fatto dispiacere la nonna di Renzi e non avete fatto cambiare nulla).

Ebbene per sciogliere questo dilemma bisogna guardare la clip del 2016 di facebook. Zan zan zan. Una a caso, eh, tanto il punto fondamentale è quando dice “quest’anno hai messo TOT like”, segue una cifra bella alta, di solito sopra i diecimila. Se proprio siete compulsivi guardatevi quella di Zuckemberg (si: lo ha pubblicato).

Avete capito la sottigliezza? E’ un video autocelebrativo, eppure non vi dice quanti like avete avuto voi, ma quanti ne avete messi. Sbem. Sono andato a vedere se quelli che avevano mipiacciato questi video avessero pubblicato a loro volta la clip. Lo hanno fatto. Tutti. Il 100% del campione.

A nessuno frega una beata mazza del tuo 2016. Sul serio. Chiedi in giro. Ma chiedilo così: “posto che a me non frega nulla del tuo 2016, a te frega qualcosa del mio?”

Il video di Moby dice che la gente non si ama più da vicino ma preferisce amarsi tramite i social, e per qualche motivo è una cosa brutta. (Ma voi ve la ricordate la scenetta di “demolition man” in cui Sandra Bullok chiede a Stallone di fare sesso ma poi gli mette tipo i google glass e non si sfiorano nemmeno?)

Era il 1993, avevano già capito tutto. Non esisteva ancora facebook. Manco l’adsl. Sono trent’anni che ce la menate che internet rende asociali.

Il punto è quello che guardano tutti i tizi grigi nei video, invece di guardare Moby. Guardano la loro clip del 2016, invece di guardare quella di Moby.

2 pensieri riguardo “Onanismo analogico, autocelebrazioni social e conseguenze elettorali

  1. Devo confessarlo per capire appieno il tuo post ho dovuto rileggerlo due volte: infatti, non essendo esattamente un “social addicted” ho fatto fatica a seguire il paragone con il video di Moby. Resta il fatto che, citando Umberto Eco, i social “hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli”. Ogni minimo pensiero o stato d’animo possono essere espressi senza nessuno filtro, compreso l’egocentrismo. La definizione di”animale sociale” portata all’estremo. Tornando alle origini del fenomeno non si possono non citare i selfie: gli autoscatti col cellulare sono stati l’inizio del declino e l’inizio dell’esaltazione dell’ego. La degenerazione del fenomeno ha raggiunto il suo apice con gli hashtag #tagforlikes o #toptags, insomma l’ego dei singoli indissolubilmente legati al numero di like presi da una foto. Il video dell’anno non è che l’evoluzione di tutto ciò.
    Finita la predica, non dirò vai in pace, mancano gli elogi: Oltre ad essere scritto bene, il pezzo è interessante e potresti approfondirlo. Due critiche:
    1.Leggermente troppo lungo: dopo il quinto scroll si fatica a mantenere l’attenzione se non per la curiosità di sapere dove stai andando a parare.
    2. Qualche virgola in più non guasterebbe, anche se io non sono la persona adatta a fare questo genere di critica visto che è un errore che, ogni tanto, commento anche io.

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    1. Caro è soltanto un piacere ricevere consigli e critiche da parte tua. So che rischio sempre di divagare, sto imparando a perseguire il mio intento, cioè collegare riflessioni su fatti casuali, quindi già in partenza in forma di flusso di coscienza. Seguire il tuo consiglio di approfondire rischia di peggiorare l’aspetto critico della lunghezza! Spero di far meglio alla prossima!

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